Claudio Guasti
Nato a Torino nel 1970, dove vive ed opera.
Diplomato presso l'Istituto Magistrale "Arti e Mestieri G.B. La Salle", ha frequentato senza portare a termine la Facoltà di Lettere e Filosofia.
Si forma alla pittura frequentando gli studi della pittrice Clotilde Magnani e del professor Antonio Bertone.
Artisticamente ha attraversato periodi differenti tra loro per stili e contenuti, tanto da essere definito un pittore eclettico. Tali momenti sono però unificati dall'idea fondamentale di una ricerca simbologica che trova il suo compimento nella realizzazione di un mondo fantastico.
Dal 1993 ha esposto le sue opere in Gallerie e Centri Culturali di Torino, Genova, Grugliasco, Venaria, Mondovì. Ha inoltre partecipato ad importanti manifestazioni a Milano, Bologna e New York. E’ socio del Cenacolo Casorati, del Piemonte Artistico Culturale e della Promotrice delle Belle Arti di Torino.

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Metàsincronicità

Nei miei dipinti affronto oramai da più di cinque anni, il tema della "Sincronicità".
La sincronicità descrive quelle particolari connessioni tra eventi, siano essi di natura psichica oppure fisica, che avvengono allo stesso tempo e che non presentano una relazione di causa-effetto, ma hanno una comunanza di significato.
La  Metàsincronicità è la naturale evoluzione del Surrealismo.
Con la Metàsincronicità non si pensa più al prodotto artistico come ad un qualcosa derivato dall’immaginazione, oppure costruito dal ricordo di un sogno, di una libera fantasia, con basi non reali, bensì come ad un’ intuizione che la fine sensibilità dell'artista riesce a percepire, in un mondo delle "Idee" simile all'Iperuranio Platonico.
La sincronicità è il momento della percezione che avviene tra l’artista e l’Idea Prima e che comunemente viene definita come ispirazione.
"Meta" perchè va "oltre" questo momento, superandolo ed accettandolo come reale.
Facciamo parte di una "Coscienza Universale" ed attingiamo al mondo delle "Idee Perfette".

Claudio Guasti


CENNI CRITICI

“Paesaggi notturni con protagonisti chitarre, violini e gatti sornioni, realizzati con tecnica mista ed acrilico su masonite, sono il frutto della creazione di un mondo fantastico e parallelo da parte della vena eclettica di Claudio Guasti” (Sara Peirone)

“Le immagini di Guasti richiamano visioni oniriche, ponendo oggetti concreti in un contesto irreale ed immaginario” (Massimo Condolo)

”Una realtà fittizia che si ritaglia faticosamente, e liberandosi dai retaggi condizionanti del proprio vissuto, un suo sereno spazio d’innocenza” (Giampiero Frasca)

“Paesaggi notturni con protagonisti chitarre, violini e gatti sornioni, realizzati con tecnica mista ed acrilico su masonite, sono il frutto della creazione di un mondo fantastico e parallelo da parte della vena eclettica di Claudio Guasti” (Sara Peirone)“Le immagini di Guasti richiamano visioni oniriche, ponendo oggetti concreti in un contesto irreale ed immaginario” (Massimo Condolo)”Una realtà fittizia che si ritaglia faticosamente, e liberandosi dai retaggi condizionanti del proprio vissuto, un suo sereno spazio d’innocenza” (Giampiero Frasca)

 

Claudio Guasti è un libero pensatore dell’arte,nel senso che non scende a compromessi con la moda e coi canoni estetici che vanno per la maggiore, ma resta legato alla sua concezione di pittura che è, in fondo, l’unica valida: esprimere ciò che si sente, come lo si sente. Lo fa con l’eleganza della semplicità e dell’amore per il vero, che è sempre diretto, puro, sincero. Ciò che si vede con gli occhi si trasforma in Guasti in ciò che si elabora col gesto, ma non basta: dall’oggetto si passa al pensiero, all’idea, si elabora un contenuto che può assumere atmosfere oniriche e simboliche, come in alcune nature morte metamorfizzate, in cui un violino diventa una conchiglia, una pera una chitarra o una persona, o viceversa, in un continuo gioco formale. Altre volte, Guasti osserva il mondo con occhi disincantati, attenti, puntuali, indagando realtà magari crude, ma sempre rese delicate da uno sguardo oggettivo, mai inquisitore. E’ il caso delle sue “prostitute”, una serie di dipinti intensi e quasi magici, in cui il soggetto viene denudato del suo contenuto negativo per assumere tutta la dolcezza femminile delle forme, del calore, delle linee flessuose. La pennellata di Guasti interpreta con la genuinità del colore vibrante un modo di luci e ombre, anche simboliche, e le sue donne di strada potrebbero essere anche principesse esotiche, fate maliarde, sirene di terra. L’artista osserva e rielabora, al di la del soggetto, la realtà che per lui è finestra sul mondo e sull’anima dell’uomo. Nato nel 1970, Guasti è figlio del suo tempo: più introspettivo e profondo di quel che gli ‘adulti’ possano credere, più sensibile e aperto all’altro di quanto le difficoltà quotidiane di integrazione che percorrono le nostre città e i nostri mondi sembrino far pensare: un autore che si rapporta con se stesso e con gli altri, tenendo sempre presente che la fantasia, l’immaginazione, l’irrealtà, la purezza di spirito riescono spesso ad insegnare più di qualsiasi maestro. Dopo tanti anni di pittura, di mostre, riconoscimenti, sperimentazioni che l’hanno fatto conoscere come maestro eclettico e indagatore di stili e sensibilità differenti, Guasti ha acquisito una maturità completa del segno e del gesto, del colore e dell’impianto compositivo, fresco, immediato, generoso di cromie e tocchi di luce, di impasti corposi e tattili:un bel modo di interpretare il mondo con il linguaggio sempre sincero della pittura.

Elisa Bergamino


Claudio Guasti è il tipico esempio di artista giovane ma già dotato di talento, che può vantare all'attivo già diverse personali e collettive in Italia e all'estero.
Anch'egli attratto da diverse forme d'arte sin da quand'era studente, Guasti si forma alla pittura frequentando i laboratori della pittrice Clotilde Magnani e del professor Antonio Bertone. Autore di molti lavori, realizzati con tecniche e forme d'arte diverse, ha unificato questi suoi diversi passaggi artistici all'idea fondamentale di una ricerca simbologica che trova il suo compimento nella realizzazione di un mondo fantastico. “Le immagini di Guasti richiamano visioni oniriche, ponendo oggetti concreti in un contesto irreale ed immaginario” - sottolinea in una critica Massimo Condolo.
Anch'egli potremmo definirlo un artista moderno, con una visione figurativa tra le più apprezzabili e svariate.

Antonio Lo Campo


E’ sempre tendenzialmente “semplice” la pittura di Claudio Guasti, anche se nel corso del tempo si è notevolmente evoluta maturando sensibilmente attraverso nuove esperienze. Sembra proprio che la semplicità sia il segreto che sa conciliare l’interpretazione dialettica tra se e l’altro, tra osservazione e realizzazione. Quando i nostri occhi non riescono a cogliere il flusso immaginario dei dati immediati della coscienza, Claudio riesce ad aprire questi nostri angoli bui ed a farci partecipi della nascosta presenza del “ suo sentire”. Sono sensibili presenze amiche che scopriamo solo grazie a lui: un mondo dell’immaginario, di spazi consci ed inconsci tra presente,passato e futuro. La sua ricca ricerca pittorica agevolmente spazia tra i nostri desideri celati e la loro speranza di realizzazione. Anche la sua tecnica si è saputa evolvere, con insolita bravura, nel delicato mondo delle metafore e nelle geometrie delle lines.
Sicuramente sa cogliere quegli istanti brevi, quanto preziosi che spesso non riteniamo tali da non saperli quasi leggere tanto meno interpretare. Claudio rifugge da ogni artificio, ama donarsi e, come è nel suo carattere, si preoccupa esclusivamente di offrire quello che in definitiva la maggior parte di noi cerca : l’amore per la vita.

Michele Sequenzia

 

La carrellata di opere presenti all'allestimento “Sincronicità” porta allo sguardo del visitatore, parte delle ultime opere di Claudio Guasti.
La scelta del nome che lo connota, si riconduce in parte al significato intrinseco di matrice junghiana, inerente alle “coincidenze significative”, dell'indagine fisica e meta-fisica sulla “sincronicità” di eventi non spiegabili, in parte a quello dell'indagine damanhuriana, sistema “non convenzionale” di linee, un reticolato ed infinite mappe che mettono in comunicazione il nostro pianeta e l'universo intero, attraverso idee e pensieri in un continuo “fiume di energia” .
E' così questo fiume, accompagna il vedere e l'immergersi oltre i reticolati geometrici di linee rette, in una sperimentazione inedita di effetti luministici ed intense contrapposizioni cromatiche.
La sala a piano terra, presenta l'opera per la prima volta esposta, “Spirito Intelligente” ove la suggestione figurativa, fuoriesce dalle linee per mostrarsi e mostrare, nella sua minuzia descrittiva, il potere dell'idea che deve ancora rivelarsi ma è già compiuta. Come i due gemelli Castore e Polluce, “Sinfonia estiva” e “Notte di San Lorenzo” si affacciano l'uno all'altro, nelle peculiarità di luce ed ombra, di effetto giorno ed effetto notte. In “Life of light” la solarità ritorna donandosi alla vista, così come in “L'illusione” uno sfavillante anelito trasposto sulla tela. Le note di “Hordes Of Locusts”, di Joe Satriani, che hanno evocato l'opera omonima, risuonano nell'avanzata lenta di cavallette in perfetta traslazione, mentre il mondo onirico de “L'isola misteriosa”, dedicata a Jules Vernes, traspare nella deformazione dello spazio pittorico. Nelle tre opere “Dafne” (in fuga da Apollo), “Atlantide” e “Sui frammenti della notte” sono ancora presenti e centrali gli elementi iconici, in una contaminazione tra figurazione e matrice astratta. Salendo la scala a chiocciola, s'incontra “Microcosmo II - La caduta degli dei”, titolo omonimo del film di Luchino Visconti che testualmente afferma “... dove gli dei si mescolano agli umani: lo strumento del loro potere è il denaro, il tempio della loro caduta, la fabbrica irta di ciminiere”. “L'idolo democriteo” che già prelude alla selva di linee rette, conserva, anche se estremamente semplificata, una matrice figurativa.
La sala della “Croce dei venti” al piano superiore, accoglie opere del tempo passato. In “Microcosmo I” gli elementi figurativi sono evidenti in forma simbolica: nel più piccolo costituente, si può ritrovare l'armonia e la magnificenza del più grande di sé. “The desire of psyche”, sottolinea l'eterna ricerca dell'Amore e dell'Amato e, come “L'idolo democriteo”, evidenzia il passaggio dal figurativo, all'astratto o semi-astratto, già presente invece ne “Il dono di Prometeo”, dallo stile gestuale, carico di simboli. La parete ad angolo che alloggia le “Metafore e Metamorfosi”, rispecchia pienamente il concetto dell'insaziabile ricerca di bellezza epidermica: un viaggio attraverso la trasformazione, ben rappresentato in “Narciso I” e “Narciso II, ”Euterpe”, “Driade”, e ”Chirone” . La musica è ancora evocata per mezzo di “La strana pera” e “Due mezze pere violino” , mentre ritorna nuovamente una citazione ed un elogio a Joe Satriani con “Baroque”. All'esplosione di luce e colori, della prima sala, dunque si oppone nella sala superiore, l'angoscia esistenziale: una riflessione sull'umanità e sul principio d'occasione di cambiamento che essa persegue, nell'artificiosa modificazione esteriore e nell'incessante ricerca dell'impraticabile perfezione.

Daniela Bocchi

 

Sincronicità. Guasti in mostra a Buttigliera.
Linee di energia del cosmo che si intersecano producendo particolari eventi.
Metàfore mitologiche dell’uomo che, in continua trasformazione, si maschera per diventare quello che non è ancora.
In una parola: ”Sincronicità”, come riassume il titolo della personale di Claudio Guasti, ospite questa settimana della galleria d’arte Bis di via Al Castello 19 a Buttigliera Alta.
La mostra riprende due periodi della produzione dell’artista torinese, disegnatore fin da adolescente,formatosi ventenne alle botteghe di Clotilde Magnani e Antonio Bertone.
Guasti nasce come un figurativo e ha le sue fonti di ispirazione nel gigante Caravaggio e nell’ ‘800 impressionista, ma presto trova la sua via espressiva, rompendo con gli schemi e decidendo di attingere alle diverse correnti e stili.
L’arte di Guasti è innanzitutto comunicazione, strumento di trasmissione dei pensieri e delle emozioni che l’autore non può contenere e deve socializzare servendosi di tutti gli strumenti a sua disposizione.
La piccola antologia portata in valle in questi giorni, è centrata sull’uomo e su alcune sfaccettature della società contemporanea.
Nelle sincronicità di linee, l’uomo diventa animale, insetto, perdendosi uguale a se stesso nell’infinita ripetizione di locuste in parata.
Nelle metàmorfosi mitologiche l’uomo è Psiche, Centauro, Driade
Nei Narcisi, manichini pittorici che si rispecchiano in ogni superficie riflettente, ci sono i giovani d’oggi, fobicamente attenti all’apparenza.
Un figurativo quello di Guasti, affatto didascalico e fotografico, quindi, piuttosto pregno di rimandi impliciti o specchio in cui l’osservatore puo’ ritrovare parte di sé e della realtà che lo circonda, riconoscendosi insetto, mito o Narciso.

Davide Chiarbonello

 


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